La Scuola Cattolica, vietata ai minori di 18 anni

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Il libro La Scuola Cattolica di Edoardo Albinati, arriva al cinema con un provvedimento che non si vedeva da tempo, è soprattutto che nessuno si aspettava, visto che il ministro Franceschini poco tempo fa, aveva decretato l’abolizione della censura. Infatti il film è vietato ai minori di 18 anni. Onestamente, dopo aver visto il film, mi sembra un provvedimento abbastanza inutile, tenendo presente quello che si vede al cinema, in TV, e che circola soprattutto sul web. Non ho capito il motivo dei criteri usati. Cos’è che offende le coscienze? È la storia in sé stessa, oppure sono le scene finali che riguardano li massacro del Circeo? In un modo o nell’altro il divieto è assolutamente sbagliato. Intanto va detto subito che è stata una scelta molto coraggiosa fare un film da un libro di 1296 pagine, e condensarlo in 106 minuti. . Un’impresa molto difficile, perché il libro non è un romanzo, anche se ha vinto il Premio Strega. Il libro è una sorta di “mala education”, una serie di ricordi di quegli anni, siamo a Roma negli anni 70, raccontati in prima persona, come nel film, dallo stesso scrittore, che frequentava quella scuola, La Scuola Cattolica del titolo e quelle persone, quindi è anche testimone oculare di tutto quello che ne è derivato. Il libro è sopratutto un’analisi impietosa su quelle scuole private, che di solito erano rette dai preti, dove i ragazzi, protetti dalle loro benestanti famiglie, si comportavano, soprattutto verso i più deboli, da veri carnefici. Infatti appena lasciato il liceo, alcuni di questi ex alunni, diventano gli autori materiali del Massacro del Circeo avvenuto nel 1975 dove due ragazze, Rosaria Lopez e Donatella Colasanti, vengono seviziate, violentate e uccise da tre pariolini, studenti della Scuola Cattolica. Donatella si salvò perché si finse morta.

Come spesso avviene, quando si fa un film tratto da un libro, si creano discussioni con pareri contrastanti. Se il libro è molto famoso le reazioni sono maggiori. Io devo confessare che non sono riuscito a finirlo di leggere. Ieri prima di andare al cinema ho preso il libro che si è aperto alla pagina 786, dove c’era ancora il segnalibro. Non è un libro facile da leggere, e non solo per in numero di pagine, e del peso. L’analisi storica e antropologica che Albinati fa di queste scuole è molto approfondita e quindi l’approccio non è dei migliori, non è per tutti, soprattutto perché il libro viene presentato come un romanzo. Certo, ci sono storie di persone e personaggi, alcuni veri e altri inventati, che vivono realtà diverse, e problematiche diverse. Roma negli anni 70, era lo specchio di una Italia, dove poteva accadere di tutto. Erano gli anni di piombo. I Parioli erano un mondo a se. La borghesia romana era al centro di tutto, scandali compresi. Gli adolescenti dell’epoca sono quelli che sicuramente hanno subito più danni, che ovviamente non ne giustifica le azioni , le famiglie erano molto spesso devastate e disgregate. C’erano ricche signore insoddisfatte che cercavano sesso con i coetanei dei figli, padri violenti e maschilisti, persone coinvolte in scandali di droga, sesso e danaro. C’erano i preti, ci sono anche adesso, che conducevano una doppia vita, e dall’altra parte c’erano gli altri quartieri, che facevano di tutto per farsi accettare dai ragazzi ricchi come se fossero semidei. Nel film la Scuola Cattolica, è meno presente che nel libro, sembra infatti una scuola privata, senza particolari caratteristiche. Una scuola normale con i soliti capetti da una parte, e le vittime da bullizzare dall’altra. Gli insegnanti si vedono molto poco. L’unica scena davvero importante è quella del Professore che spiega un quadro di Gesù e sei flagellanti, e mette sullo stesso piano, vittima e carnefici. Il film, come dicevo

è ambientato negli anni 70, ma con un titolo diverso e l’ambientazione ai nostri giorni, avrebbe gli stessi risultati. Anzi sono sicuro che con un’altro titolo il film potrebbe funzionare di più. Il punto debole del film è che mette troppa carne sul fuoco, e in questi casi si rischia che alcuni cibi sono ben cotti e altri no. Infatti l’episodio del Circeo sembra quasi un fatto a sé, un episodio singolo anche se gli autori sono alunni della Scuola Cattolica. Infatti uno dei tre non si vede in tutto il film, ma solo nelle scene delle violenze. Si poteva fare sicuramente di meglio. Buone, le prove dei giovani attori, sopratutto quella di Benedetta Porcaroli nel ruolo della ragazza scampata al massacro. Dei “vecchi” si salva solo Jasmine Trinca. Il film è diretto da Stefano Mirdini, regista di Acciaio e Testimone Invisibile

Salvatore Caracciolo
Salvatore Caracciolohttps://www.casacaracciolo.it
Un Blog a 70 anni? Chissà quante persone si faranno questa domanda. Chi si crede di essere, diranno altri. Che presuntuoso, diranno in coro alcuni. Tranquilli, dico a tutti, non racconterò nulla, e non dirò niente su tante cose, anche se ne avrei da raccontare su molti. Continua

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