Giuseppe Patroni Griffi,scrisse PERSONE NORMALI E STRAFOTTENTI nel 1973, che andò in scena con la sua regia a Roma, al TEATRO DELLE ARTI l’11 gennaio del 1974 con un cast d’eccezione. PUPELLA MAGGIO, MARIANO RIGILLO, GABRIELE LAVIA e l’attore americano ARNOLD WILKERSON, hanno scandalizzato il pubblico della prima. La storia delle quattro PERSONE NORMALI E STRAFOTTENTI, con le loro storie, il loro linguaggio e le scene forti dello spettacolo, hanno scosso pubblico e critica. In quegli anni il teatro era molto vivo e impegnato , e PATRONI GRIFFI, è stato uno degli autori più attivi e importanti.Le sue commedie spesso facevano scandalo perché rappresentavano un’epoca di passaggio, e soprattutto riflettevano certi ambienti, dove proletariato e borghesia si incontravano spesso. Infatti già nel 1954 in D’AMORE SI MUORE nella casa di una persona ricca, che si suicida, si rifugiano e finiscono per restarvi a lungo coppie di giovani spiantati, dove si incontrano e si scontrano in lunghi dialoghi sulla natura dell’amore. Nel 1972 ne fu tratto un film con interpreti come SILVANA MANGANO, MILVA, LUC MERENDA e LINO CAPOLICCHIO, interprete con FLORINDA BOLKAN della versione cinematografica di un altro capolavoro di PATRONI GRIFFI, METTI UNA SERA A CENA, con le musiche di ENNIO MORRICONE. METTI UNA SERA A CENA del 1967 è sicuramente la sua commedia più celebre, che fu rappresentata con la Regia di GIORGIO DE LULLO, e interpretato da ROSSELLA FALK, ROMOLO VALLI, ELSA ALBANI e CARLO GIUFFRE, della famosa COMPAGNIA DEI GIOVANI, che in quegli anni hanno dato una impronta decisiva sul modo di fare teatro, soprattutto con PIRANDELLO.
Nel corso di questi quasi 50 anni, sono state tante le edizioni dello spettacolo. La seconda edizione fu nel 2002 con ANGELA PAGANO, LINO CAPOLICCHIO,DAVID SEF, e nel ruolo che fu di GABRIELE LAVIA, c’era il figlio LORENZO. Un’altra edizione fu fatta nel 2010 con VLADIMIR LUXURIA, e nel 2016 quella diretta dallo stesso regista di questa edizione GIANCARLO NICOLETTI che ne è anche interprete. Lo stesso NICOLETTI è stato regista nell’edizione del 2016. La scelta di NICOLETTI nell’ affidare il ruolo che fu di PUPELLA MAGGIO, a un’attrice come MARISA LAURITO è sicuramente dettata dalla notorietà dell’attrice.
Siamo a NAPOLI in uno squallido appartamento dove vive VIOLANTE, MARISA LAURITO , ex serva in un bordello, che per racimolare qualche soldo, affitta la camera a MARIA CALLAS,GIANCARLO NICOLETTI , un travestito che ci porta i clienti. È la notte di capodanno, VIOLANTE accende lumi e lumini, quando irrompe MARIA CALLAS, con altre due persone, un giovane bianco, e uno nero. FRED, è un giovane bianco omosessuale, interpretato da GIOVANNI ANZALDO, uno studente di famiglia borghese, che nella notte di capodanno, in un bar conosce BYRON un giovane scrittore nero, interpretato da LIVIO BESHIR, e con la complicità del travestito, lo porta nell’appartamento per un rapporto sessuale. L’incontro scontro tra le quattro PERSONE NORMALI E STRAFOTTENTI, è inevitabile. Ognuno ha una sua storia alle spalle, con tragedie e complicazioni, che cercano di risolvere i loro problemi, o almeno alleviarli attraverso il sesso. Il sesso è fondamentale per tutti e quattro. VIOLANTE, sin da ragazzina ha avuto “confidenza” con il sesso. Lavorava in un bordello e ne ha visto parecchio. Uno dei suoi incarichi era quello di svuotare il secchio con i preservativi usati, che faceva bollire, in modo che si squagliassero, prima di buttarli. Pur avendo molta “confidenza” col sesso, VIOLANTE è ancora vergine, nella sua vita non ha mai fatto sesso. MARIA CALLAS, il travestito, col sesso ci campa, lo fa per soldi e frequenta anche persone molto ricche. Il suo nome deriva dal fatto che frequentava un riccone che chiamavano ONASSIS. FRED cerca emozioni forti attraverso il sesso, e lo faceva per piacere, anche se a volte le forti emozioni provocano emorragie. Proviene da una famiglia agiata, e ha un padre molto comprensivo, a sua volta violentato da un soldato quando era adolescente. Lo scrittore nero BYRON, non è omosessuale, ha una storia molto complessa con il padre e il fratello. Ma soprattutto è arrabbiato con la società e il mondo che lo circonda, e possedendo con violenza il giovane FRED, si immagina di possedere il mondo.
Ovviamente il testo, anche se, razzismo, omosessualità , emarginazione, sono argomenti molto attuali, per meglio comprenderlo, bisogna calarsi in quegli anni. Anni liberi e difficili, con ideali a volte molto pericolosi. Anni in cui per esempio “nasceva” la prostituzione maschile, che soprattutto in ambienti poveri e degradati era ben accetta perché fonte di guadagno e di sostegno per la famiglia. Chi non ricorda il figlio di NINO MANFREDI nel capolavoro di ETTORE SCOLA, BRUTTI, SPORCHI E CATTIVI, che si travestiva e si prostituiva nonostante fosse etero. Anche la storia che racconta VIOLANTE, mentre cambia le pezze ghiacciate al giovane FRED, per attenuare l’emorragia, è una storia di prostituzione maschile giustificata.
Purtroppo la scelta registica di NICOLETTI di questa nuova edizione, non convince molto. Così come non convince troppo la sua MARIA CALLAS. Troppi ammiccamenti, pose e smorfie per attirare una risata dal pubblico. Ne viene fuori una brutta caricatura, grottesca e falsa. Troppo esagerata e esagitata e il brutto costume non lo aiuta neanche nei suoi lunghi monologhi a tratti incomprensibili. Neanche MARISA LAURITO è nel personaggio. La sua figura è la sua recitazione sono molto lontani dal personaggio di VIOLANTE, troppo energica anche quando non serve, e poco pathos quando serve. Bene la sciatteria dei costumi, ma non basta.
Un po’ meglio, ma non tanto il BYRON di LIVIO BESHIR, volto televisivo de LA NOTTE DELLA TARANTA, e inviato di RAI MOVIE nelle mostre cinematografiche di VENEZIA e ROMA, convincente a tratti, anche nelle scene “calde”. Il più giusto è il FRED di GIOVANNI ANZALDO, protagonista del film GLI INDIFFERENTI con VALERI BRUNI TEDESCHI, e in queste settimane nella fiction di CANALE 5, PIÙ FORTI DEL DESTINO. Peccato, perché queste PERSONE NORMALI E STRAFOTTENTI, hanno ancora molto da dire, basta trovare la chiave giusta, e questa non lo è.