SICCITÀ è l’ultimo catastrofico film di PAOLO VIRZÌ che dopo 4 anni torna al cinema è lo fa di nuovo a ROMA . Solo che questa ROMA non è quella delle NOTTI MAGICHE del 1990 l’anno dei mondiali in Italia. È una ROMA tutta gialla ,caldissima e assolata in una crisi devastante ,non c’è acqua. L’acqua è disponibile solo un’ora al mattino e una la sera con le dovute conseguenze .Cortei di manifestanti ,code alle autobotti per avere almeno dell’acqua da bere , gente che per avere un biondino d’acqua è disposto a tutto ,e vieni arrestato se sorpreso a lavare la macchina. Anche innaffiare una pianta morente è reato . In questa ROMA assetata c’è un tassista che mentre guida parla coi morti , un carcerato che per sbaglio viene chiuso nel camioncino della biancheria ,e che viene abbandonato in strada . C’è una coppia borghese ,lei medico con figlia musicista avuta dal primo marito, lui avvocato che intrattiene una chat erotica con un’altra. C’è un attore fallito che sta tutto il giorno sui social ,sua moglie costretta a fare la cassiera in un supermercato. Hanno anche un figlio con amici che sono dei grandi bulli. C’è un’altra coppia con lei incinta che lavora in ospedale e il marito che si occupa della sicurezza in un resort di lusso preso di mira dai manifestanti perché è l’unico con la piscina in funzione. C’è anche uno strano personaggio con un cane con problemi di convivenza e con l’agenzia delle entrate. Poi ci sono personaggi ,troppi, di contorno come una presentatrice televisiva , un esperto nel problema della siccità che incontra una ex diva che lo invita in una jacuzzi alla faccia della siccità.
Tutti questi personaggi all’apparenza diversi e distanti ,man mano che il film va avanti ci accorgiamo che poi non sono poi così diversi e distanti . La prima impressione che viene fuori è che PAOLO VIRZÌ abbia voluto fare un omaggio o un remake del film AMERICA OGGI di ROBERT ALTMAN che proprio alla MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA, dove SICCITÀ è stato presentato ,nel 1993 vinse il LEONE D’ORO e la COPPA VOLPI a tutto il.Cast del film .Tra i due film ,oltre al modo di raccontare le storie , ci sono altre similitudini. Alcune anche nelle professioni dei protagonisti. AMERICA OGGI inizia con la scena inquietante du una squadriglia di elicotteri che irrorano insetticida contro la mosca della frutta . In SICCITÀ, non all’inizio del film, ma assistiamo a scene dello stesso tipo contro le blatte che hanno provocato una pandemia. ALTMAN chiude il film con un terremoto, VIRZÌ con la pioggia ,utilissima e purificatrice.
All’uscita del film ,presentato fuori concorso all’ultima MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA, SICCITÀ non ebbe consensi unanimi . Le critiche non mancarono ,soprattutto quelle sulla scrittura del film a otto mani , tra cui quelle di FRANCESCA ARCHIBUGI . In effetti i dialoghi non sono proprio il massimo , sembrano da fiction televisive, basti vedere la scena della BELLUCCI decisamente la più brutta di tutto il film . Già di per sé le storie non brillano di originalità. Se a queste mancano le parole giuste ,il tutto diventa poco decifrabile . Il film non decolla ,vola raso terra senza neanche un accenno di impennata . Il tutto è anche appesantito dalla durata che è do oltre 2 ore.Anche il cast ,a parte SILVIO ORLANDO e MAX TORTORA ,è poco convincente, sa più di televisione che di cinema. Quella di SILVIO ORLANDO è la migliore performace di tutto il film ,anche la piu originale ,che li vede nel ruolo di un detenuto da molti anni rinchiuso a Rebibbia . Potrebbe richiedere una riduzione di pena ,ma lui è felice cosi . Nel carcere è molto conosciuto ,e si occupa della distribuzione nelle celle della biancheria. Un giorno viene chiuso involontariame nel camioncino che porta la biancheria sporca . Nessuno se ne accorge. Nel momento che gli autisti si accorgono del fatto lo scaricano per strada . A questo punto il ritorno a Rebibbia è una sorta di Odissea, un’occasione per ricordare il passato . È inutile dire che la sua Performance è straordinaria. Onestamente dal regista de LA PAZZA GIOIA e de IL CAPITALE UMANO ,mi aspettavo molto di più, anche se ne ho ammirato il coraggio. Fare un film con una nuova pandemia ci vuole tanto coraggio. Anche al botteghino ha avuto risultati molto mediocri ,con 1,6 milioni di euro molto lontani dal suo capolavoro LA PAZZA GIOIA che arrivò a più di 6 .